Y como ciertas músicas despiertan percepciones y recuerdos, busqué unas fotos de una escultura de Lucrezia del francés Philippe Bertrand (1663 - 1704), que saqué hace unos años. Las posteo a continuación, junto al libreto del Cardenal Pamphili, en una versión visual y literaria de esta singular venganza.
O Numi Eterni!
O Stele, stelle!
Che fulminate empi tiranni,
Impugnate a’ miei voti
Orridi Strali:
Voi con fochi tonanti
Incenerite il rio Tarquinio e Roma.
Dalla superba chioma
Omai trabocchi il vacillante alloro
S’apra il suolo in voragini
Si celi, con memorando esempio
Nelle viscere sue l’indegno e l’empio.
Già superbo del mio affanno
Traditor dell’onor mio
Parte l’empio, lo sleal.
Tu punisci il fiero ingano
Del fellon, del mostro rio
Giusto Cie, parca fatal!
Ma voi forse nel cielo
Per castigo maggior del mio delitto,
State oziosi, o provocati Numi:
Se son sorde le stelle
Se non mi odon le sfere
A voi Tremende Deità
Deità dell’abisso mi volgo
A voi, a voi spetta
Del tradito onor mio far la vendetta.
Il suol che preme,
L’aura che spira
L’empio romano
S’apra, s’infetti.
Se il paso move,
Se il guardo gira,
Incontri larve,
Riune aspeti.
A voi, padre, consorte,
a Roma, al mondo, presento il mio morir.
Mi si perdoni il delitto esecrando,
ond’io macchiai involontaria il nostro onor.
Un’altra più detestabil colpa,
di non m’aver uccisa pria del misfatto,
mi si perdoni.
Già nel seno comincia
a compir questo fero i duri uffizii.
Sento ch’il cor si scuote più
dal dolor di questa caduta invendicata
che dal furor delle vicina morte.
Ma se qui non m’è dato
castigar il tiranno,
opprimer l’empio,
con più barbaro esempio,
per ch’ei sen cada estinto,
stringerò a’ danni suoi mortal saetta,
e furibonda e cruda,
nell’inferno farò la mia vendetta!
Comparto con ustedes, finalmente, un fragmento de audio de esta magnífica cantata.
Qué lindo concierto, Ramiro! Y qué 'saudades' de tenerlo como profesor!
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